LEONARDO FONTANOT

MUSICAITALY: Ciao! Come hai iniziato il tuo primo approccio con la musica?

LEONARDO FONTANOT: Ero piccolissimo… diciamo che il primo approccio alla musica da conscio penso sia avvenuto quando avevo 7 o 8 anni e chiesi una chitarra a mio padre, che fa il liutaio. Vedevo sempre musicisti intorno a me quindi volevo suonare anch’io e lui mi rispose “Ok” ma mise un pezzo di legno sul tavolo (in maniera gentile e tranquilla) e disse “Ecco la tua chitarra. Se finisci di farla, ti pagherò le lezioni”. E così andò: d’estate, con il suo aiuto, feci questa chitarra e iniziai a prendere lezioni.

MUSICAITALY: Sei polistrumentista. Quali strumenti musicali suoni?

LEONARDO FONTANOT: Ho iniziato a suonare il basso e, man mano, altri strumenti a corde che mi passavano per le mani, come il banjo e il mandolino. Da qui passai agli archi perché era interessante che non ci fossero le note e si potesse fare anche roba microtonale. Ho un po’ tralasciato i fiati perché appena comprai una tromba per iniziare, la smontai e non sono mai riuscito a rimontarla. Suono solo un po’ il sax perché mi piace. Infine da piccolo mia madre mi ha regalato una tastiera perché provando a suonare un pianoforte in un negozio, a orecchio mi erano venute fuori cose carine, anche se non di livello, e suono anche la batteria perché ne ho presa una acustica per il mio piccolo studio qui a Civitanova Marche. 

MUSICAITALY: Quando e come hai deciso di creare il tuo progetto solista? Come ti descriveresti come musicista? Cosa rende unico il tuo suono?

LEONARDO FONTANOT: Non è stata mai una vera decisione quella di fare il solista. Sin da piccolo ho scritto spartiti. Poi un anno fa ho iniziato questo percorso perché ero arrivato a un punto in cui iniziava a piacermi la roba che facevo. Avevo testato tanti generi ma iniziavo a trovarne uno che, in qualche modo, mi descriveva un po’ di più, mi faceva sentire nel mio…

Riguardo al mio suono cerco di fare in modo che sia sempre più vero, immediato: ogni strumento mi piace come suona in tantissimi modi e cerco di usarli tutti con l’unica “regola” di registrare come mi viene e tenere quello. Non voglio mai restare troppo su un’idea, pensare troppo ai suoni. Dunque a mio modo, sperimento… se meditassi troppo sul suono perderei troppo tempo perché mi conosco e ho già provato tantissime strade, da registrare con il microfono lontano o vicino, in stereo o mono, fino a mettere corde diverse ecc. ecc.

MUSICAITALY: “IN ATTESA DI ME” è il tuo nuovo singolo. Com’è nato? Quale messaggio è contenuto in questa canzone? Cosa ti ha ispirato?

LEONARDO FONTANOT: L’ho scritto in un momento un po’ meditativo…  “riflettendo su di me” mi sentivo abbastanza felice ma anche triste di essermi scoperto come ero. L’ispirazione arriva proprio da questo, dai lati di luce e buio venuti fuori scoprendomi, analazzinado le azioni che mi hanno definito. 

MUSICAITALY: Sappiamo che il tuo nuovo album è in arrivo, vero? Puoi fare un piccolo spoiler per i nostri lettori?

LEONARDO FONTANOT: Il mio nuovo album è in arrivo, sì (il mese di uscita potrebbe essere marzo) e posso anticiparvi che contiene molto canzoni che non capisco nemmeno io… (ride). No, non lo so… posso dire che è riflessivo e ci sono tanti brani scritti in momenti vicini, perché si è svolto tutto in meno di un anno. Ciò che lega le canzoni è l’evoluzione dei ragionamenti avvenuta in quest’anno. Per assurdo ci sono pezzi che parlano quasi della stessa cosa ma con un approccio diverso… e so che su certi temi questo approccio cambierà di nuovo nel tempo. 

MUSICAITALY: Progetti per il futuro?

LEONARDO FONTANOT: Fare un sacco di musica! Ci sono tanti altri generi che vorrei sperimentare ma, in questo senso, mi sto limitando per dare un sound coeso a questo mio primo album. Però mi piacciono molto l’elettronica, l’indie-rock, il metal, il punk, il rap… vorrei sperimentare tutto.

E vorrei anche aprire uno studio figo dove poter fare tutte le mie cose, uno studio-casa dove continuare a scrivere senza pause e registrare velocemente tutto.

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