DOC TRASHZ

MUSICAITALY: Ciao! Che ruolo ha la musica nella tua vita? Da dove nasce la tua passione? Come hai iniziato il tuo percorso musicale?

DOC TRASHZ: La musica è sempre stata presente nella mia vita, già da giovanissimo ero sempre in fissa con l’ascoltare musica di vario tipo, all’età di 14 anni ho iniziato con lo scratch avevo un mixer ed un giradischi e non ero interessati al mixing ai tempi, con il passare degli anni ho scoperto anche le produzioni musicali e da lì è iniziato un viaggio che prosegue tutt’oggi con la musica elettronica.

MUSICAITALY: Quando Rubens è diventato “DOC TRASHZ”? Perché hai scelto questo nome d’arte? Cosa rende unico il tuo suono?

DOC TRASHZ: La scelta di questo nome d’arte risale all’incirca intorno al 2005, inizialmente la mia scelta fu quella di un altro nome d’arte “Doc Fresh” perchè il mio intento era ed è ancora adesso quello di proporre qualcosa di nuovo e quindi di fresco, ma quando iniziai ero veramente un ragazzino e soprattutto nella piccola città da dove vengo le novità non vengono proprio accolte con entusiasmo, questa cosa non mi ha assolutamente scoraggiato ma mi ha proiettato su una scelta differente del mio nome d’arte che si trasformò in “Doc Trashz” scelta assolutamente ironica che fa riflettere sul fatto che le novità e le scelte più ricercate sono quasi sempre scartate e buttate via, ero ancora molto giovane quando feci questa scelta e sicuramente adesso avrei scelto in maniera diversa il mio nome d’arte mantenendo comunque un approccio ironico, la z alla fine del è muta ed è inserita giusto per dare un tocco no sense in più, e anche perchè il mio vero nome Rubens nessuno lo pronuncia in maniera corretta e cioè con la s alla fine. Quello che rende unico il mio suono credo sia l’approccio stesso che ho durante una composizione, perché è sempre intrinseco di diversi elementi e stili musicali, anche volendo non riesco a ricreare qualcosa che suoni propriamente su un determinato genere musicale, il risultato finale è quasi sempre molto eclettico.

MUSICAITALY: Sei vincitore di alcuni dei contest più prestigiosi a livello internazionale (tra cui il turntablism IDA Show Category e il Red Bull Music 3Style). Parlaci di questa esperienza. Qual è il tuo prossimo obiettivo?

DOC TRASHZ: Si come ho già detto il mio primo approccio con la musica è stato proprio lo scratch ed il turntablism e quindi la mia esperienza personale più lunga è proprio in questo settore, si tratta di un mondo dove ci si mette in mostra ed è molto competitivo. A differenza di molti anche lì ho avuto un approccio diverso, non mi sono mai definito più forte di qualcuno tecnicamente, ma ho cercato di portare più un approccio musicale già quando partecipai ad IDA Show Category nel 2006 (ai tempi ITF) mettendo in primo piano elementi sonori di composizione musicale incrociati con il turntablism e fui premiato proprio per questo. Stessa cosa al 3Style portai nel 2018 un set molto diverso dal contesto generale, mescolato con interventi quasi sperimentali.

Sono state entrambe esperienze molto stimolanti, la mia più grande soddisfazione in entrambi i casi è stata quella di aver vinto portando quello che volevo e non scendendo a compromessi, perchè alla fine di tutto l’importante è fare una cosa bene, non necessariamente fare una cosa che sia facile per tutti. In questo contesto non ho grossi obiettivi al momento, sia perchè è un mondo che sta andando quasi a morire purtroppo, sia perchè mi concentro su altro, ma sicuramente avrò modo in futuro di presentare altre esibizioni che riguardano tutto questo, possibilmente anche solamente online visto che ormai con i social si riesce a comunicare bene, o chi lo sà se arriverà prima o poi un altro contest di alto livello come quelli appena citati, ma che soprattutto riesca a catturare la mia attenzione.

MUSICAITALY: “TIME” è il tuo primo album. Com’è nato? Perchè “TIME”? Qual è il concetto? Cosa ti ha ispirato? Quali emozioni vorresti suscitare in chi ascolta i tuoi brani? 

DOC TRASHZ: Questo album nasce come una raccolta di tracce e di ricerche sonore dei miei ultimi 10 anni, le tracce infatti sono molto diverse tra loro ma comunque riescono a legarsi, questo perché anche involontariamente nelle mie tracce c’è un filo conduttore e credo che sia proprio l’ecletticità. Tra le varie tracce ce ne stava una chiamata “Time” e riguardando la playlist ho realizzato che quella doveva essere la traccia a dare il titolo dell’album, sia per il concetto stesso del tempo intrinseco in tutto il lavoro sia perché mi suonava bene come singolo, questa traccia non è stata creata ad hoc per dare il titolo all’album ma si è rivelata essere lì pronta per questo scopo. Le ispirazioni sono molteplici essendo appunto una ricerca continua da 10 anni, sono pregne di tutto ciò che mi ha circondato, sia musicalmente che personalmente, alcune tracce in particolare come Scars sono nate da esperienze personali in grado di trasmettere sensazioni precise, altre invece come Time sono più concettuali e si rifanno a quelle che sono state delle mie idee più che delle esperienze personali.

MUSICAITALY: Raccontaci un po’ dei pezzi. Cosa li unisce?

DOC TRASHZ: L’intera playlist è strutturata esattamente nella maniera in cui proporrei l’intero lavoro come un live set, ma è una struttura che utilizzo anche nei miei dj set. Si parte dalle sonorità più indie ed electro, passando a quelle più house e successivamente a quelle più dark e techno, per poi finire con quelle sperimentali fino ad una lenta chiusura. Quindi sono unite da un flow che se seguito dall’inizio alla fine ha un senso ben preciso, quello di restituire in particolare le sensazioni di un evento musicale dal vivo, ma ovviamente anche avere un ascolto se vogliamo da un punto di vista psicoacustico migliore.

MUSICAITALY: Progetti per il futuro?

DOC TRASHZ: Ho diverse cose in cantiere e non necessariamente legate strettamente a questo progetto, avrò modo di esplorare qualcosa di nuovo.

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